Non si dovevano scorgere i polpacci, ma anche le gambe erano vietatissime. Per non parlare dei decolleté: non bastava che i costumi da bagno fossero accollatissimi, erano le signore a desiderare la privacy. Ecco perché da ogni cabinotto di legno degli stabilimenti Igiea o Pustorino-Terrasi, scendevano scalette discrete che permettevano alle rappresentanti del gentil sesso, di bagnarsi al riparo di sguardi assassini.

In piena Belle Epoque, mentre a Mondello i villini nascevano uno dopo l’altro, alcuni su disegno di Ernesto Basile, sulle palafitte affondate nel golfo prendeva corpo lo stabilimento progettato dall’architetto belga Rudolph Stualker: al posto dei vetusti cabinotti in legno, sorgeva un edificio su piattaforma su 164 piloni, più dieci per la passeggiata di collegamento: al suo interno, venivano arredate  310 cabine in cemento armato, munite di doccia e di scalette che scendevano dalle terrazze al mare. Nel 1927 fu anche aperto un campo da golf sul fianco sinistro di viale Regina Margherita.

Ma sapevate che… Fare il bagno a Mondello negli anni ’20

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